Chiesa di San Giorgio

La Chiesa, dedicata a San Giorgio, patrono di Cis, giace su un colle da cui si può godere un panorama sull’Alta Val di Non e la bassa Val di Sole. 

vista della Chiesa di S.Giorgio
la Chiesa di San Giorgio patrono di Cis © Comune di Cis - Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

Descrizione

Chiesa

La chiesa, dovrebbe risalire alla prima metà del XIII secolo.

Probabilmente una prima citazione indiretta si ebbe già nel 1117 ma fu solo dal 1266 che la chiesa venne ricordata su documenti e descritta come edificata accanto ad un camposanto. Rimane comunque accertata anche da indagini archeologiche recenti la preesistenza, sullo stesso sito, di un tempio pagano di epoca romana (tra il I e il VI secolo) ed ancora prima di insediamenti umani risalenti all'età del ferro.

E' certo che nel corso degli anni l'edificio subì numerosi interventi di rifacimento e restauro per aggiornarne l’attuale aspetto secondo il gusto gotico e rinascimentale.

Gli interventi più significativi.

XV secolo:  ricostruzione della chiesa con interventi di consolidamento dell’edificio; interventi di  arricchimento decorativo con nuovi affreschi sia negli interni sia nelle parti strombate delle finestre esterne dell'abside.

XVI secolo: ampliamento ed innalzamento di tutta la sala; rifacimento del tetto e della facciata; costruzione del portale maggiore.

XVIII secolo: realizzazione di restauri conservativi;

XIX secolo: aggiunta delle balaustre per separare la sala dal presbiterio; numerosi interventi  per riparare i danni causati da eventi atmosferici e da scosse di terremoto; rifacimento della pavimentazione interna di tutta la chiesa.

XX secolo: decorazione a fresco della volta che precede l'abside; interventi restaurativi sia semplicemente conservativi sia per riparare i danni causai da eventi sismici; consolidamento della torre campanaria; rinnovata la pavimentazione della navata; revisione degli arredi in legno.

Le sculture e gli affreschi all’interno della Chiesa.

La facciata è opera dei maestri muratori Taddeo fu Ruffino Patini da Magràs e Giannantonio Petri da Cagnò che la realizzarono nel 1594 il portale invece è del 1627.

L'interno si presenta ad unica navata in stile gotico, con tre campate e abside poligonale, che conserva resti di affreschi quattrocenteschi, coperti da scialbo nel XVII secolo. Particolare è il pulpito settecentesco, dello scultore Vigilio Fortunato Prati di Cles; in alto le vetrate ottocentesche con le figure dei santi martiri Tarcisio ed Agnese.

Gli altari sono tre:

l’altare maggiore  che conserva la scultura lignea raffigurante San Giorgio a cavallo che uccide il drago, realizzata da F. Demetz nel 1883; due laterali: uno dedicato al Sacro Cuore Nicolò l’altro alla Madonna del Rosario.

Sull’Arco Santo è visibile una Crocifissione dipinta da Matteo Tevini nel 1932. Sempre dello stesso autore i due affreschi che rappresentano S. Vigilio e S. Giuseppe.

Molto particolare è la Via Crucis realizzata nel XVIII secolo.

Modalità di accesso

L’accesso non presenta barriere architettoniche ed è ben segnalato.

Indirizzo

Ulteriori informazioni

Storia di San Giorgio

Secondo la Passio sancti Georgii, un antico codice risalente al XIII secolo, Giorgio nacque intorno al 280 d.C. in Cappadocia, nell’odierna Turchia, da padre persiano e madre cappadoce. Furono i genitori a educarlo alla religione cristiana, ma Giorgio crebbe anche imparando l’arte della guerra, tanto che, una volta cresciuto e trasferitosi in Palestina, si arruolò nell’esercito dell’imperatore Diocleziano. Seppe farsi onore e dimostrare la propria abilità al punto da diventare una delle guardie del corpo dell’Imperatore, ma quando quest’ultimo avviò una feroce persecuzione contro i cristiani anche Giorgio ne fu vittima.

Martirio di San Giorgio

Dapprima Diocleziano, che era affezionato al giovane e ne apprezzava le doti guerresche, tentò di convincerlo ad abbracciare il paganesimo, a sacrificare offerte agli dèi, lo tentò con doni e promesse di potere.

San Giorgio rifiutò davanti all’imperatore stesso di abiurare la propria fede, e per questo venne, imprigionato, picchiato e torturato in tutti i modi. Mentre era prigioniero Dio gli predisse che avrebbe subito sei anni di tormenti, e che tre volte sarebbe morto, tre resuscitato. Così avvenne: Giorgio venne tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, ma resuscitò, portando alla conversione il magister militum (comandante dei soldati) Anatolio e tutta la sua guarnigione.

Successivamente abbatté con la sola forza del suo soffio tutte le statue di un tempio pagano, e così ottenne anche la conversione dell’imperatrice Alessandra. Mentre intorno a lui le persecuzioni contro i cristiani divenivano sempre più crudeli ed estese, Giorgio venne di nuovo condannato a morte dall’imperatore Diocleziano. Questa volta subì il martirio per decapitazione, non prima di aver garantito protezione a chi avesse onorato le sue reliquie.

La leggenda del drago

La leggenda di San Giorgio e il drago è raccontata nella Legenda Aurea, la raccolta di biografie agiografiche composta da Jacopo da Varazze, vescovo di Genova, in epoca medievale. Secondo la leggenda nella città di Salem, in Libia, c’era uno stagno abitato da un enorme drago perennemente affamato.

Gli abitanti della regione cercavano di placarlo offrendogli pecore e capre, ma a un certo punto il bestiame non fu più sufficiente e il drago reclamò in offerta esseri umani. La gente del luogo iniziò così a effettuare un macabro sorteggio tra i propri figli, scegliendo in questo modo chi dovesse venire immolato alla fame insaziabile del drago.

Quando anche la principessa Silene, la figlia del re locale, venne sorteggiata, San Giorgio si presentò alle porte della città. Proclamò che Dio lo aveva mandato per sconfiggere il mostro, a patto che tutti gli abitanti di Salem accogliessero la fede in Cristo. Il re e tutti i suoi sudditi accettarono di farsi battezzare, e così San Giorgio affrontò il drago, lo ridusse alla mansuetudine, e lo fece condurre dalla principessa in città, legato con una semplice cintura. Alla vista del miracolo tutti si convertirono e il drago venne ucciso.

La festa di San Giorgio

La piccola comunità di Cis è da sempre devota a San Giorgio, il santo patrono del paese. Già nel 1891, gli emigrati cisani in Colorado negli Stati Uniti, raccolsero 260 fiorini per acquistare una statua equestre di San Giorgio, esposta a Londra e realizzata nel 1884 dallo scultore gardenese Fernando Demetz, per donarla alla Comunità di Cis, come legame con il proprio paese d’origine.

Questo avvenimento segnò l’inizio di una ricorrenza con processione della statua da organizzare ogni dieci anni, per permettere a tutti gli emigrati, dapprima in America (nella seconda metà del XIX secolo) e poi in Belgio (nel secolo scorso), di tornare in paese e di parteciparvi.

La statua era portata in processione per le vie del paese inizialmente dagli emigrati e poi dai residenti in particolare i coetanei (coscritti) di quell’anno.

Ancora oggi, l’evento è una grande festa di paese, che si svolge, ogni anno, nel fine settimana dopo il 23 Aprile(San.Giorgio)  e ogni cinque anni, dopo la Messa Solenne, celebrata nella Chiesa di San.Giorgio si organizza la processione con la statua trasportata, attraverso le vie del paese, dai volontari delle varie associazioni paesane, non solo, ma anche da gruppi di persone, che per partecipare versano un’offerta alla Parrocchia.

In questa occasione il paese viene addobbato con archi floreali, e tutte le Associazioni del paese partecipano attivamente, organizzando un programma di incontri musicali, culinari e giochi per bambini, partendo dal venerdì sera fino alla domenica sera.

Caratteristico è il "campanò", in cui i ragazzi del paese si alternano nel suonare le campane della chiesa intonando melodie, religiose e popolari.

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